Domenica 31 Maggio
ore 5,30 Partenza da Piacenza (dal parcheggio ex-OVS, zona PC-OVEST)
ore 10,00 inizio escursione
ore 16,30 sosta al rifugio per la merenda
ore 17,30 discesa al bus e partenza per Piacenza. Sosta a Bassano del Grappa.
ore 22,30 arrivo previsto a Piacenza
Tutti gli orari sono approssimativi e modificabili anche in base alle condizioni meteo e del gruppo ad insindacabile giudizio degli accompagnatori pur nel rispetto degli aspetti più importanti della gita.
25 euro + 5 euro per assicurazione non soci CAI. Il costo comprende viaggio A/R in bus, uso del materiale didattico e cartografico. 10 euro per la merenda in rifugio.
Per motivi logistici le iscrizioni si chiuderanno il 26 maggio 2015. Iscrizioni via email comunicando nome, cognome, data di nascita, se socio cai o no, un numero di telefono.
La gita è aperta ai ragazzi dell’Alpinismo Giovanile ma anche ai giovani della città, ai soci CAI adulti ed ai soci della ANA (Associazione Nazionale Alpini) sezione di Piacenza ed ai loro famigliari con particolare attenzione ai giovani a partire dall’età di 8 anni.
Indossare: maglietta, felpa, pantaloni comodi (meglio NON jeans stretti), pile, calze tecniche o sportive, scarpe robuste leggere.
Zainetto piccolo con all’interno: 1 giacca a vento leggera, un pile, 1 cuffia, 1 cappellino, 1 borraccia di acqua o una bottiglia di plastica con acqua, il pranzo al sacco, lampada frontale o torcia, occhiali da sole, crema solare.
Piccola borsa sportiva da lasciare sull’autobus con scarponi per l’escursione e calze/maglietta/pantaloni di ricambio.
Facoltativo e di responsabilità personale: macchina fotografica, binocolo.
Il Monte Grappa è una montagna delle Alpi alta 1775 m. Fa parte delle Prealpi venete e segna il confine tra le province di Vicenza, Treviso e Belluno. Sovrasta il corso del Piave e la dorsale del Montello.
Teatro di scontri decisivi nel corso della Prima Guerra Mondiale, è conosciuto a molti per il Sacrario Militare che contiene resti di soldati italiani e austro-ungarici assieme ad un interessante museo della Grande Guerra.
Dopo la sconfitta italiana di Caporetto, la Cima ed il massiccio del Grappa diventarono uno dei perni della difesa italiana ad oltranza, tanto che gli austriaci tentarono inutilmente e più volte di conquistarlo, per poter avere accesso alla pianura Veneta. Costruendo caverne nella roccia e postazioni fisse di artiglieria, dalla Cima e dai crinali gli italiani dominavano e tenevano sotto controllo il fronte sino al Montello ed alle anse del Piave, lungo una linea che parte dal monte Valderoa e va fino al Colle Caprile.
Risaliremo la Strada del Grappa 148, a quota 1070 circa dopo la località Campo Solagna scenderemo dal bus per risalire una facile strada sterrata che ci immetterà in 20 minuti su una collinetta denominata Casera Andreon.
Tutta la collina è percorsa da trincee recentemente recuperate, postazioni con cannoni (anche a-u), mitragliere, baracche ricoveri, gallerie, sentieri di arroccamento.
Dedicheremo circa un’ora alla visita, terminata la quale arriveremo ad un piazzale dove il bus sarà ad attenderci. Senza toglierci gli scarponi raggiungeremo l’Acrocoro sommatale del M. Grappa dove, dal parcheggio, scenderemo per avviarci attraverso l’imponente scalinata all’Ossario Austriaco.
La balconata ospita i resti di 295 soldati conosciuti e di 10.295 ignoti. Percorreremo il vialone con le Steli delle località dei combattimenti nel gruppo del Grappa per raggiungere prima l’Osservatorio che a 270° ci permetterà di avere una visione del fronte, poi l’Ossario italiano.
“Monte Grappa, tu sei la mia Patria” cantavano gli Italiani durante la guerra, da questa canzone venne l’idea di eleggere tutta la zona a monumento Nazionale; era il 3 novembre 1922. Si progettò di erigere un Sacrario simile a quello di Redipuglia, con le stesse possenti caratteristiche imperiali.
Il lavoro richiese otto mesi di lavoro incessante di 300 operai, il materiale di riporto fu di 70.000 metri cubi di roccia. Le muraglie imponenti richiesero l’utilizzo di 8.000 metri cubi di pietra da cava. Al centro del Sacrario ad anfiteatro c’è la tomba del Gen. Giardino Maresciallo d’Italia, comandante locale dell’area di guerra, circondato dai suoi uomini in rigoroso ordine alfabetico da sinistra a destra: 12.615 riconosciuti, 10.332 ignoti. Se i tempi ed i ritmi ce lo consentiranno scenderemo verso la Caserma Milano in pochi minuti dove ci addentreremo nella Galleria Vittorio Emanuele III; questa essendo nella parte più alta del monte aveva un ruolo determinante. Costruita a tempo di record (1 gennaio/1 agosto 1918) dal Genio Militare con 800 soldati divisi in 24 plotoni escavatori sotto il comando del Cap. Gaviotti divenne il punto focale della difesa. La galleria principale è di 1.400 metri proprio sotto il crinale, da questa si dipartono le gallerie che vanno ai posti di mitragliere, cannoni, riflettori.
La totalità del sistema ipogeo è di 5.153 metri, per un’altezza di 2.50/3 metri e larghezza di 1.80/2.50. Vennero asportati 40.000 metri cubi di roccia. Ospitava: 23 batterie da 105, 75, 65 mm; 70 mitragliatrici; 6 riflettori; 2 serbatoi d’acqua da 120.000 e 50.000 litri; 10 centrali elettriche, 15 linee telefoniche su 3 centrali; un sistema avanzatissimo di aerazione veloce in grado di ricambiare l’aria in caso di attacco a gas; 1.500 uomini con una autonomia di 15 giorni. Una fortezza.
In pochi minuti torneremo nel Sacrario Italiano da dove un sentiero in discesa ci condurrà a quota 1546, da qui seguendo il sentiero 920 per leggeri e facili pendii mantenendo la stessa curva di livello, costeggeremo vecchi camminamenti e trincee.
Osservando sia verso la Val del Termine (Nord) che verso Asolo (Sud) si potranno notare i resti di notevoli capisaldi avanzati italiani. Ci colpiranno anche le buche scavate dalle granate che hanno arato tutta l’area… 100 anni fa. Un terreno senza difesa alcuna, esposto allo sferzare continuo delle artiglierie italiane ed ai ripetuti assaliti delle fanterie.
Arriveremo al Col delle Farine a quota 1499 da dove, staccandoci verso sinistra (Sud) ci porteremo in 40 minuti circa al Rifugio Val dea Giara dove ci sarà il bus ad attenderci ma soprattutto ci aspetterà una abbondante merenda con i gestori Elena e Davide
Durante l’escursione, i canti alpini del nostro coro CAI faranno rivivere le voci degli uomini che hanno segnato questi luoghi.
Nel ritorno una breve sosta a Bassano del Grappa ed al suo famoso ponte sul fiume Brenta conclude la giornata.