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4 Marzo 2022
Il giorno giovedì 10 Febbraio si è tenuto un incontro tramite la piattaforma Google Meet riguardante il problema della peste suina africana, organizzato dal Comitato Scientifico Sezionale della sezione CAI di Piacenza in collaborazione con l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia ed Emilia Romagna, sede territoriale di Piacenza, con l'Osservatorio Epidemiologico, l'AUSL di Piacenza e la Regione Emilia Romagna.
Abbiamo pensato di organizzare questa serata informativa riguardante il tema della Peste Suina Africana, sulla scia di quanto stanno facendo le altre sezioni CAI della regione, cercando di divulgare quanto più possibile le informazioni di base, la situazione nei territori limitrofi alla nostra provincia, come le attività svolte in natura possono interagire con questa situazione di emergenza e quali misure da adottare nei nostri comportamenti personali.
Cos’è?
La Peste suina Africana (PSA) è una malattia infettiva di origine virale contagiosa che colpisce SOLO animali appartenenti alla famiglia dei suidi (Suidae) con letalità che possono arrivare alla quasi totalità degli animali colpiti, come risultato di una febbre emorragica.
Persiste per lunghi periodi nel sangue, nelle feci e nei tessuti degli animali, per mesi nelle carcasse degli animali morti, mesi ed anni nella carne non cotta o poco cotta anche se congelata e per mesi nei prodotti derivati stagionati.
Come si trasmette?
Contatto diretto tra animale malato o infetto e animale sano, tramite alimenti, rifiuti o residui di cucina di origine suina infetti, contatto indiretto con oggetti e persone contaminate, come veicoli, attrezzature agricole, attrezzi da caccia, abbigliamento, ecc...
Come si può diffondere la malattia?
Per contiguità da cinghiali infetti direttamente da territori confinanti o per fattore umano, ossia un evento non prevedibile come un contatto diretto tra suini domestici e selvatici, oppure con alimenti/materiali contaminati veicolati da trasportatori, turisti, lavoratori stranieri o viaggiatori.
Non esiste alcun trattamento o vaccino contro la malattia
Cosa si può fare per prevenirla/controllarla
La riduzione della popolazione non è efficace per ridurre il rischio di diffusione dell’infezione ma solo per gestirla più facilmente.
E’ importante rilevare l’infezione appena arriva in un territorio per riuscire ad applicare le misure di eradicazione con efficacia. E’ necessario contenere l’infezione dove è presente evitando di spaventare i cinghiali (divieto caccia, attività con uso dei cani, ecc.), evitare l’accesso di persone che possono veicolare meccanicamente il virus e rimuovere le carcasse che possono mantenere l’infezione nell’ambiente.
Situazione in Piemonte e Liguria
E’ stata definita un’area infetta e un’area a rischio di circa 10 km (buffer)
Al momento i cinghiali positivi sono tutti compresi tra le autostrade A26 e A7.
Solo un cinghiale positivo è stato rinvenuto nei pressi di Genova
Missione di Esperti UE in corso
Obiettivo: recintare le aree Infette
Misure adottate a Piacenza e Parma
È stata definita una zona buffer di 10 km dall’attuale zona infetta che interessa parte dei comuni di Ottone, Zerba, Corte Brugnatella, Bobbio, dove avviene una ricerca attiva delle carcasse, la conseguente rimozione delle stesse e l’attuazione di misure restrittive per attività venatoria e attività agro-silvo pastorali.
Nella restante parte della Provincia di Piacenza e Parma vige il divieto dell’attività venatoria in forma collettiva e delle attività di addestramento cani in aree non recintate.
La PSA è responsabile di enormi conseguenze economiche dovute a danni diretti negli allevamenti colpiti, ai costi di eradicazione e al blocco delle esportazioni di prodotti italiani di eccellenza
Cosa può fare un escursionista?
• Adottare le precauzioni per evitare di contribuire inconsapevolmente alla diffusione del virus;
• Segnalare il ritrovamento accidentale di una carcassa (al n° verde, 051 6092124) prendendo le coordinate, o attraverso l’apposita applicazione a breve disponibile;
• Perlustrare attivamente una zona di interesse registrando la propria traccia e trasmettendola al numero: 333 912 7336 insieme alle informazioni circa:
• Localizzazione delle carcasse di cinghiale eventualmente trovate;
• Visibilità del percorso (distanza a cui era avvistabile una carcassa);
• Altre carcasse rinvenute;
Buone Pratiche
La creazione di zone infette non accessibili è indispensabile per l’eradicazione della malattia, è fondamentale RISPETTARE I DIVIETI e non entrare nelle zone interdette.
Partire sempre con due paia di calzature: una per la guida, una per l’escursione
Tenere nel baule:
• una spazzola (x rimuovere il terriccio dagli scarponi)
• un sacco in plastica (x riporre gli scarponi al rientro)
Tenere nello zaino:
• guanti monouso (per manipolare piccoli reperti)
• sacchetti (es. da congelatore «large»), per recupero piccoli reperti (ossa)
Dopo ogni escursione, prima di risalire in auto, bisogna:
• rimuovere il terriccio dagli scarponi
• cambiare le scarpe
• riporre gli scarponi in un sacchetto
Arrivati a casa, bisogna:
• lavare accuratamente le scarpe e disinfettarle (es. cloruro di benzalconio)
• in caso di contatto con materiale sospetto, lavare anche tutti gli indumenti indossati ad alta temperatura (60 °C)
Per le successive 48 ore:
• non frequentare ambienti in cui siano presenti suini o cinghiali