Claudio Inselvini
Legàti – momenti di alpinismo, pensieri di solidarietà
Claudio Inselvini, alpinista bresciano, accademico del CAI, ha iniziato ad arrampicare “per caso”, partendo dalla montagna di “casa”, il Tredemus, per spostarsi poi all’Ortles, al Bianco con le sue 11 ascensioni di cui quella alla cresta integrale di Peuterey,
Cresta di Peuterey
al Ben Nevis nelle Higlands scozzesi, all’Ama Dablan in Nepal, al Fitz Roi in Patagonia e così via per oltre un migliaio di ascensioni. Lui però si definisce un romantico e i numeri e le vette non gli bastano: le emozioni che l’alpinismo gli ha regalato sono ben maggiori.
Ama Dablan, 6.856 m, in Nepal E così si trova legato alle tre “grandi nord” (Eiger, Cervino e Grandes Jorasses), ai compagni di cordata e di spedizione che hanno reso unica ogni arrampicata, alle popolazioni e ai visi che ha incontrato con lo zaino in spalla, al bimbo pakistano – figlio del cuoco della spedizione – a cui ha finanziato gli studi perché la scuola distava 8 ore di fuoristrada dal suo villaggio, allo sherpa nepalese a cui ha dato un’opportunità in Italia, alla scuola di alpinismo Ugolini che all’inizio l’ha avviato a queste esperienze e a cui lui oggi, come direttore e istruttore, trasferisce quanto ha ricevuto.